Dalle mansioni al ruolo. Cambia il sistema di classificazione delle professioni dopo 48 anni
7 Aprile 2021
Tempo di lettura: 4 minuti
Il 1° Gennaio 2021 è entrato in vigore il nuovo CCNL metalmeccanici, nel quale l’innovazione più significativa riguarda l’inquadramento professionale, modificato – dopo 48 anni – secondo principi ben noti a chi si occupa di analisi organizzativa e Job Evaluation: mettere al centro la professionalità ed il valore del ruolo (come insieme di task e competenze), piuttosto che il mansionario puro e semplice.
Mario Vavassori (Founder e former partner di JobPricing) e Andre Beretta (Socio fondatore e Partner di JobPricing) sono stati fra gli esperti interpellati dalle parti sociali per sviluppare il nuovo sistema.
Non potevamo, quindi, esimerci da chiedere a Mario il suo punto di vista sul risultato finale.
Mario, dal tuo punto di vista qual è la cifra dell’innovazione della classificazione introdotta dal rinnovo del CCNL metalmeccanica industria?
Il livello di innovazione introdotto nell’ultimo rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria può a ragione essere considerato il punto massimo di arrivo date le attuali condizioni di contesto.
In altre parole di più non si poteva ottenere. I sistemi di classificazione, vale a dire la modalità condivisa e formalizzata con la quale si mettono in fila le componenti richieste per la messa in opera del set di competenze possedute ed esercitate da un singolo/o gruppo di persone, sono fortemente e direttamente esposte e influenzate dai cambiamenti organizzativi e tecnologici delle imprese e nel contempo sono “attributi” dei singoli che ne determinano il valore professionale “di mercato”.
Questa complessità spiega perché questi sistemi vengono ripensati e modificati in un arco di tempo piuttosto lungo, con il rischio di essere introdotti in ritardo. Nel nostro caso quasi 50 anni sono sicuramente eccessivi ma vanno considerati i passi intermedi di avvicinamento sperimentati nel corso degli anni.
Dato che insieme al collega Andrea Beretta sei stato una delle “voci” interpellate dalle parti sociali per immaginare la nuova classificazione, che era la stessa dal 1973, ci spieghi sinteticamente che cosa avete raccontato e che cosa pensi sia stato recepito nel nuovo contratto?
Con Andrea Beretta ho partecipato ad alcuni incontri con le organizzazioni sindacali e con Federmeccanica nei quali abbiamo illustrato alcuni casi sperimentali presso importanti aziende a partire dalla fine degli anni ’90. In particolare abbiamo condiviso con Federmeccanica e le OOSS il fatto che dopo oltre 50 anni il sistema di classificazione basato sulle categorie generali e generiche di “operai e impiegati”, alle quali nel tempo si sono poi aggiunte nuove declinazioni che hanno cercato di andare oltre il concetto di “mansione”, dovesse essere aggiornato in modo radicale, ribaltando la logica della mansione verso una valorizzazione del “ruolo” e mettendo al centro il sistema di competenze sottostante l’esercizio di ruolo.
Inoltre in quelle sedi abbiamo sostenuto come fosse non più rinviabile una revisione radicale a scapito della sua efficacia.
Per chi si occupa di retribuzioni e politiche retributive, ci sono concetti fondamentali, che non sempre sono così chiari alle imprese: mi riferisco all’esigenza di collegare lo stipendio con il valore del lavoro (la professionalità richiesta) e il valore della persona (la professionalità espressa). La riforma dell’inquadramento del CCNL metalmeccanico va in questa direzione a quanto pare… tu come la vedi?
Per semplificare alla fine degli anni novanta nei primi casi sperimentali abbiamo suggerito di utilizzare le due dimensioni della professionalità (organizzativa-professionalità richiesta- e personale-professionalità espressa-.), che descrivevano in modo puntuale il contributo richiesto ed espresso dai singoli nell’esercizio del proprio ruolo.
Nell’ultimo accordo il capitolo relativo all’inquadramento riparte da questa esperienza e la adatta al contesto attuale. Per chi si occupa di retribuzioni e politiche retributive si presenta una grande opportunità per mettere a fattor comune le esperienze precedenti a supporto sia dei professionisti delle RU e più in generale delle organizzazioni di rappresentanza.
La prima scadenza, sulla quale le parti si sono impegnate, riguarda il processo di implementazione delle nuove codifiche, a partire dalle attuali classificazioni.
Il contratto dei metalmeccanici, per estensione e per tradizione, è spesso un precursore di innovazioni importanti su più ampia scala. Secondo te sarà così anche in questo caso?
In passato le sperimentazioni non hanno riguardato solo le aziende del settore metalmeccanico; sono stati fatti passi significativi anche in altri settori quali il chimico, il tessile, le pubblic utilities, i trasporti. Mentre in passato le best practices erano circoscritte, negli anni futuri tali metodologie, più aderenti alle necessità di tutte le parti in gioco, saranno sempre più attuali e particolarmente efficaci nella costruzione di nuovi livelli di coesione sociale tra le imprese e i loro addetti.
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