Dai flexible benefit allo smartworking
3 Giugno 2020
Tempo di lettura: 6 minuti
Dai flexible benefit allo smartworking
Il mondo del lavoro pone le aziende di fronte a nuove sfide e ostacoli da superare per massimizzare il benessere delle persone e la produttività delle aziende conciliando le esigenze della vita personale e professionale.
Rispondere efficacemente al cambiamento e ad eventi che possono impattare sulla operatività delle imprese non è impossibile. La soluzione sta nella capacità di individuare e mettere in atto misure capaci di offrire un sostegno concreto al reddito e alla vita quotidiana dei collaboratori.
Il Welfare Aziendale rappresenta uno strumento capace di far fronte a queste necessità offrendo diverse soluzioni per sostenere le persone e le loro famiglie e creare un vantaggio per l’azienda.
Più è varia la proposta di iniziative messe a disposizione dell’azienda, più aumenta la probabilità che ogni dipendente possa trovare le misure adatte alle sue esigenze. Semplificando, si può dire che la varietà di opzioni è uno dei principali elementi che permettono a un piano di welfare aziendale di migliorare davvero il benessere dei dipendenti coinvolti.
L’offerta di flexible benefit
Parliamo di benefit flessibili (flexible benefit, in inglese) quando l’azienda propone al dipendente un paniere di benefit entro il quale scegliere in modo personalizzato e flessibile le soluzioni che fanno al caso suo, restando dentro un budget di spesa complessiva prefissato.
La varietà di benefit flessibili che si possono proporre è molto vasta. Affidarsi a un buon provider di servizi di welfare è spesso la soluzione migliore per avere da subito a disposizione molte iniziative diverse per il benessere dei dipendenti.
Possono rientrare tra i benefit flessibili sia misure del welfare aziendale per il quale è prevista la totale decontribuzione e detassazione, sia misure per le quali invece le agevolazioni fiscali sono limitate o del tutto assenti. Rientrano nel primo gruppo le iniziative negli ambiti sanità-assistenza, istruzione-formazione, previdenza e tempo libero. Quindi all’interno di un paniere di benefit flessibili si possono proporre ai dipendenti misure come polizze sanitarie, risorse da versare al fondo di previdenza alternativa, corsi di lingue o in palestra e tanti altri beni e prestazioni potendo contare, in tutti questi casi, sulla totale defiscalizzazione e decontribuzione (oltre alla deducibilità dei costi per l’azienda).
Dentro ai benefit flessibili si possono però inserire anche altre spese per le quali sono previsti benefici parziali. È il caso per esempio dei buoni acquisto, utilizzabili per acquisti di vario tipo: dallo shopping di abbigliamento al rifornimento di carburante. Per questo tipo di iniziative, occorre però tenere conto dei loro effetti fiscali. La legge prevede che se la somma dei buoni acquisto supera il tetto annuo di 258,23 euro questo tipo di spesa entra a fare parte per intero del reddito del dipendente, che quindi è chiamato a pagare tasse e contributi. Il conto non comprende i buoni pasto, per i quali c’è un limite giornaliero di 4 euro (se cartacei) o di 8 (se elettronici).
Regole simili si applicano ai fringe benefit comunemente previsti per quadri e dirigenti. Casi tipici di fringe benefit sono l’automobile, lo smartphone o il pc aziendali. Rientrano in questo insieme anche benefit come i finanziamenti agevolati, l’acquisto di azioni a prezzi di sconto (le stock option) oppure gli alloggi messi a disposizione del dipendente e della sua famiglia. La legge prevede regole particolari per il calcolo della quota di reddito imponibile del dipendente che utilizza questo tipo di benefit. Per l’auto aziendale, ad esempio, è considerato reddito imponibile del dipendente il 30% del costo che deriva dal percorrere 15mila chilometri in un anno con quel determinato tipo di automobile secondo le tabelle dell’Aci.
Le piattaforme di welfare aziendale, sistemi digitali dove il dipendente può vedere l’intero paniere di possibili iniziative da sfruttare e fare le sue scelte, sono molto spesso la soluzione migliore per permettere a ognuno di usare al meglio il suo budget in relazione alle sue esigenze.
Le opportunità dell’employee saving
I pacchetti di welfare aziendale più innovativi prevedono anche l’accesso a portali di scontistica e promozioni riservati, dove i dipendenti possono accedere a beni e servizi con prezzi ridotti e condizioni agevolate.
Quella dei sistemi di employee saving è una soluzione che non va a incidere sulla tassazione dei redditi dei dipendenti – che fanno shopping direttamente con i loro soldi, senza intermediazione dell’azienda – ma ne aumenta il potere di acquisto. Grazie alle convenzioni con esercenti di vario tipo, i portali di scontistica offrono a prezzi ribassati prodotti diversi: quasi sempre elettronica e abbigliamento ma anche vino e alimentari, cene, notti in hotel, biglietti per cinema, teatri, musei.
Molto spesso questo tipo di servizio è offerto dai provider di welfare aziendale all’interno di un piano complessivo di iniziative a favore del benessere per i dipendenti.
Agire sull’orario di lavoro
Le iniziative che aiutano i dipendenti nella gestione del tempo del lavoro sono altre misure che, con costi ridotti, possono integrare in maniera significativa un buon piano di welfare aziendale.
Una delle soluzioni possibili è la flessibilità di orario. Lasciare al dipendente un buon margine di libertà sulla gestione del proprio orario di lavoro, sempre compatibilmente con le esigenze produttive dell’azienda, molto spesso dà il risultato di aumentare la sua produttività: i dipendenti “liberati” da orari rigidi usano più facilmente in maniera ottimale il loro tempo lavorativo. Questa è una soluzione particolarmente utile nei casi di dipendenti che hanno bambini piccoli e quindi hanno più difficoltà a combinare il tempo del lavoro con quello da destinare alla famiglia.
Anche lo smart working, quando possibile, è una soluzione efficace. Come la flessibilità di orario, la possibilità di lavorare da casa semplifica la vita al dipendente, lasciandogli libero in questo caso anche il tempo di spostamento casa-lavoro che a volte può prendere anche più di un’ora, tra andata e ritorno.
Nella gestione del tempo c’è chi poi sta sperimentando soluzioni molto innovative, come le “banche del tempo” in cui un dipendente può anche mettere a disposizione di un collega, sotto forma di permessi, alcune ore lavorative, pienamente pagate. Una misura di questo tipo è pensata in particolare per quei dipendenti che abbiano situazioni personali o famigliari – serie e accertate – che richiedono permessi aggiuntivi.
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