QUANTO SIAMO (IN)SODDISFATTI DELLA NOSTRA RETRIBUZIONE?
Nel lavoro lo stipendio è uno degli elementi principali di soddisfazione (seppur non sia l’unico). Il rapporto tra la retribuzione e la soddisfazione nel proprio lavoro è molto stretto, cambia a seconda della situazione e delle persone, ma alcuni punti sono costanti. L’Osservatorio JobPricing, a partire da questa traccia, propone anche per il 2016 lo studio incentrato sul livello di soddisfazione dei lavoratori italiani nei confronti del loro stipendio.
SODDISFATTI O NO? | L’opinione generale e il trend rispetto al 2015
La prima risposta data è quella più di pancia, e in una scala da 0 a 10 (dove 5 è il valore “neutro”) il risultato emerso è pari a 3.8 (su 10), leggermente più basso rispetto al 2015 (3.9). Il 27% si dichiara fortemente insoddisfatto, solo il 3% rilascia un commento positivo. Chi sono i più soddisfatti? I dirigenti nelle imprese medio-grandi nel settore industriale al Nord.
Rispetto al 2015 solo i dipendenti inquadrati come quadri hanno un indice di soddisfazione maggiore. Cresce inoltre la soddisfazione fra i lavoratori del Sud e Isole e, più diffusamente, quella del settore dell’industria. Si appiattisce invece il grado di soddisfazione rispetto alla variabile della dimensione aziendale.
I TEMI | Equità interna e esterna, relazione tra performance e retribuzione, trasparenza e meritocrazia
Approfondendo il giudizio complessivo, in materia di equità interna i lavoratori dipendenti italiani si dividono a metà tra chi ritiene di essere retribuito equamente rispetto ai propri colleghi e chi no. Sebbene rispetto al 2015 il grado di soddisfazione aumenti (da 4.9 a 5.1), in particolare per le società del terziario, all’interno dei servizi finanziari si osserva un minor percezione di equità interna.
Anche in materia di equità esterna – cioè di trattamento economico rispetto al mercato – non si registrano forti prese di posizione, in generale la consapevolezza è maggiore tra i profili manageriali, quadri e dirigenti. È questo l’ambito dove si è registrato il trend più positivo rispetto all’anno precedente, passando da 4.7 a 5.1, soprattutto grazie all’opinione dei lavoratori di aziende sotto i 50 dipendenti e del settore industriale.
Solo un lavoratore su tre ritiene di essere retribuito secondo il contributo fornito nel raggiungimento degli obiettivi aziendali assegnati: l’indice, seppur basso, mostra un segno positivo rispetto al 2015, passando da 3.7 a 3.9. La presenza di un sistema di incentivazione formalizzato individuale (legato pertanto alla propria performance e non a quella aziendale) incrementa la percezione di un collegamento tra contributo e retribuzione, e anche per questo l’indice è maggiore tra dirigenti e quadri e tra aziende del Nord, dove questo sistema è più diffuso.
I lavoratori continuano ad essere divisi a metà, con prese di posizione polarizzate, quando si parla di trasparenza: i processi di riconoscimento del merito da parte dell’azienda sembrano essere chiari solo a dirigenti o a lavoratori di grandi aziende del Nord e del Sud e Isole, e ovviamente a chi percepisce una quota variabile basata sul raggiungimento degli obiettivi di performance.
Infine, solo il 7% si dichiara di essere d’accordo sulla presenza di meritocrazia; al contrario, quasi 2 su 5 sono in completo disaccordo. Le aziende più piccole sono quelle con un indice maggiore; a livello geografico il valore peggiore si registra al Centro e a livello settoriale nel commercio e servizi. Il trend rispetto all’anno precedente è inoltre a segno negativo, passando da 3.8 a 3.4, in particolare tra dirigenti e dipendenti di grandi aziende e società commerciali.
LE LEVE PIU’ AMBITE | Quali sono gli elementi più importanti nella scelta di un lavoro?
Escludendo la retribuzione fissa (che, con un risultato atteso, è l’incentivo più accattivante secondo i lavoratori), le leve considerate più importanti nella scelta di un lavoro sono a carattere non monetario, indifferentemente dall’inquadramento del lavoratore che ha espresso l’opinione. In ordine compaiono: la possibilità di sviluppo di carriera e la formazione professionale, la relazione positiva con i colleghi e il contenuto del lavoro.
L’indagine 2016 chiede inoltre ai lavoratori quali siano le leve che più li motivano a cambiare o mantenere il posto di lavoro: il risultato mette in luce una sensazione generale per la quale è molto più facile per gli individui vedere i lati negativi del proprio lavoro rispetto ai lati positivi. La retribuzione fissa è l’elemento chiave: quasi il 65% cambierebbe il suo attuale lavoro a causa della paga, mentre uno su 3 lo ritiene un elemento di soddisfazione per il quale resterebbe in azienda.
Le leve che generano maggiore insoddisfazione? Il contenuto del lavoro svolto (32.3%), la possibilità di uno sviluppo professionale in azienda e la possibilità di far carriera (35.2%). Quelle alla base di maggior soddisfazione sono prettamente non monetarie, come l’ambiente di lavoro, la capacità di generare work life balance e le relazioni interpersonali con gli altri dipendenti dell’organizzazione, indicati da circa 1/3 dei rispondenti.
COINVOLGIMENTO E CONSAPEVOLEZZA | Quale peso si sente di avere nel processo decisionale? Sapere quanto viene pagato il proprio ruolo nel mercato influenza il livello di soddisfazione?
Il grado di coinvolgimento è mediamente basso, o così quantomeno è la percezione delle persone, con un indice pari a 3.6. Il grado di coinvolgimento è dipendente dal peso che il lavoratore e il suo ruolo detengono all’interno dell’organizzazione: l’indice più elevato si registra fra i dirigenti e nelle aziende più piccole.
Sul nostro sito è presente un tool che permette agli utenti di confrontare la propria retribuzione con quella media del mercato, scegliendo di poter ricevere gratis via mail il proprio report personalizzato. Tra tutti i rispondenti all’indagine, le persone che avevano precedentemente fatto il test sono quelle più soddisfatte della loro retribuzione: conoscere il valore del proprio lavoro nel mercato influenza pertanto il grado di soddisfazione (l’indice passa da 4.3 a 3.5).
Il rapporto completo è disponibile gratuitamente sul sito JobPricing al link: http://www.jobpricing.it/shop/salary-satisfaction-report-2016
I dati riportati nella pubblicazione sono frutto dell’elaborazione di un’indagine svolta in forma anonima nel mese di novembre 2016 a cui hanno partecipato quasi 4.000 lavoratori dipendenti. L’analisi è stata condotta su scala nazionale, con approfondimenti per inquadramento, settore, dimensione aziendale e territorio sede di lavoro.
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