FACCIAMO I CONTI: LE RETRIBUZIONI MANAGERIALI
Il mercato degli stipendi dei manager, come è noto, è determinato dal rapporto tra domanda e offerta e, nell’ultimo decennio, gli elementi strutturali hanno subito trasformazioni profonde.
In particolare, fattori prima importanti – come il territorio della sede di lavoro, la industry e la dimensione dell’azienda – passano in secondo piano rispetto alla domanda di lavoro, che si è contratta in misura significativa, e all’offerta di lavoro, che è invece aumentata non solo per l’alleggerimento avvenuto di figure di coordinamento e di direzione, ma anche per effetto di una contemporanea crescita dell’età media delle persone in servizio. È ormai noto a tutti il fenomeno dell’active ageing, reso ancora più significativo a causa delle nuove regole di permanenza nello status di “occupato” ai fini pensionistici.
Per comprendere al meglio le dinamiche attuali, partiamo dall’osservazione della composizione degli occupati e dai valori nazionali medi nella retribuzione. Da un’osservazione dei dati emerge con evidenza che i manager sono meno del 10% della forza lavoro, con una retribuzione annua lorda (ral) pari a 53.914 euro per i quadri e a 107.021 euro per i dirigenti, a fronte di un valore medio generale che ammonta a 28.977 euro.
Il 2007 ha dato il via a un’inversione di rotta rispetto al periodo precedente, brillante e positivo. Il confronto tra i valori medi del 2002 e quelli attuali descrive ancora meglio la situazione; siamo semplicemente passati da un valore medio per i dirigenti di circa 90mila euro del 2002 agli attuali 107mila euro e dai 40mila euro di un quadro agli attuali 53mila euro.
Il report “Le retribuzioni dei manager”, sviluppato da JobPricing in partnership con Manageritalia, fotografa questo panorama nel dettaglio delle sue principali variabili, con riferimento alle dinamiche dell’ultimo periodo.
Compensation mix
Per quanto riguarda la retribuzione variabile, i dati del 2014 riferiti a tutti i lavoratori mostrano da questo punto di vista un quadro sconfortante: un peso medio del variabile pari al 2% sulla retribuzione globale annua media di un dipendente a livello nazionale. Il dato è rappresentativo dello stallo nel quale ci siamo trovati negli anni scorsi; tuttavia, scorporando per inquadramento, questo valore cambia, assumendo un peso pari al 9,8% per i dirigenti e al 4,5% per i quadri.
Guardando più nello specifico, i reali percettori di una parte di retribuzione variabile sono poco più della metà dei dirigenti e circa il 40% dei quadri. Nel caso dei dirigenti, l’importo medio del variabile è di 20.370 euro, mentre per i quadri è di 5.739 euro.
Si può affermare che negli anni difficili la leva del variabile poteva essere utilizzata in modo efficace e invece in molti casi è stata un’occasione persa: molte imprese hanno preferito perdere risorse importanti piuttosto che cambiare modello di riferimento.
Il dato numerico la dice lunga, soprattutto se confrontato con i dati del 2007: per quanto riguarda i dirigenti, 20.000 euro medi oggi per circa la metà di loro, contro i 18.000 euro medi del 2007 per il 60%.
Dirigenti: industria vs commercio
Analizzando i livelli retributivi dei manager nei tre principali settori (industria, commercio e servizi), i servizi hanno una ral inferiore rispetto a industria e commercio.
Nel confronto fra industria e commercio, invece, i dirigenti vengono in media retribuiti meglio nel commercio, mentre l’industria garantisce retribuzioni superiori per i quadri. Questo potrebbe essere anche in parte dovuto a una struttura di governo differente nei due settori.
Guardando al dettaglio delle industry, la ral media più elevata per i quadri è nella metallurgia e siderurgia. A seguire il settore assicurativo e degli alimentari, bevande e beni di largo consumo, mentre in fondo alla classifica figurano i settori dei servizi alla persona, dei servizi integrati alle imprese e dell’agricoltura, allevamento e ambiente.
La ral media più elevata per i dirigenti si registra invece nel settore moda e lusso, seguito da quello assicurativo e automotive, mentre in fondo alla classifica troviamo servizi e consulenza It e software, agricoltura, allevamento, ambiente e servizi alla persona.
Il peso della dimensione aziendale
Lo scarto della retribuzione media in base alla dimensione aziendale è significativo. Una tendenza confermata anche all’interno delle qualifiche manageriali, ma con alcune differenze importanti.
In primo luogo ci sono manager di imprese “micro” che percepiscono retribuzioni superiori a quelli nelle piccole aziende con più di 10 dipendenti.
Un altro elemento di spicco è dato dall’elevata competitività delle medie imprese, dove il livello retributivo dei manager è superiore a quello delle aziende medio-grandi in entrambe le qualifiche (+20,4% per i dirigenti, +8,6% per i quadri) e resta superiore per i quadri anche rispetto alle aziende con più di 1.000 dipendenti, dove i dirigenti registrano invece la più alta retribuzione media.
A livello di industria, le retribuzioni sono decisamente superiori alla media nelle micro e piccole aziende, mentre nel commercio è premiante, soprattutto per i dirigenti, la dimensione sopra i 250 dipendenti.
I ruoli organizzativi
In ultimo, diamo uno sguardo alla retribuzione media annua lorda di alcune delle principali posizioni per dirigenti e quadri.
Nel primo caso prevalgono come naturale quelle di general management, amministrazione & finanza e, non scontato, quelle dell’Ict. Nel secondo caso quelle di carattere commerciale e vendite seguite da HR e ICT.
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