GLI ITALIANI SONO SODDISFATTI DELLA LORO RETRIBUZIONE? PERCHÉ CAMBIANO LAVORO?
Per il terzo anno l’Osservatorio JobPricing rinnova lo studio sulla relazione tra trattamento retributivo e soddisfazione, portando alla luce le leve che aiutano a trattenere i talenti o che, al contrario, spingono a guardarsi intorno in cerca di una nuova occupazione.
LO STIPENDIO è UNO DEGLI ELEMENTI PRINCIPALI DI SODDISFAZIONE, MA DA SOLO NON BASTA.
5 temi sono stati sondati: la percezione di essere pagati in maniera equa rispetto ai colleghi, la competitività sul mercato, la relazione tra performance e retribuzione, la trasparenza dei meccanismi di ricompensa e la meritocrazia. Questi ultimi due segnano un calo importante rispetto all’anno precedente: l’indice di soddisfazione scende di mezzo punto quasi in entrambi i casi.
DA 0 A 10, SODDISFATTI COMPLESSIVAMENTE AL 3,7.
Scende l’indice generale di soddisfazione (-0,2 punti), in particolare per coloro i quali come pacchetto retributivo hanno solo lo stipendio fisso. Tanto più si riceve un trattamento retributivo articolato e vario (con benefit, bonus e incentivi), tanto maggiore è la soddisfazione.
MERITOCRAZIA OPACA.
È l’argomento che riscuote maggior disaccordo: 2 lavoratori su 5 pensano che manchi del tutto. Raggiunge quasi la sufficienza solo per chi ha a contratto una quota variabile individuale, probabilmente perché la relazione tra raggiungimento degli obiettivi e ricompensa fornisce una “misura” del livello stesso della performance lavorativa.
COSA INTERESSA MAGGIORMENTE AI LAVORATORI? QUALI LEVE LI SPINGONO A CAMBIARE LAVORO?
I soldi sono importanti, da 0 a 10 contano quasi 9. Ma la retribuzione fissa è l’unico elemento “tangibile” ad essere ritenuto rilevante: sopra all’8 troviamo delle leve definite “intangibles” (relazioni, carriera, contenuto del lavoro, flessibilità), più importanti di retribuzione variabile, benefit o altri premi. Sono queste le leve su cui le aziende dovrebbero investire per la talent retention: le relazioni con colleghi e superiori sono un fattore di fedeltà al posto di lavoro per il 44,3% delle persone; l’ambiente di lavoro è rilevante per il 42,6%; l’equilibrio tra vita privata e lavoro per il 40,9% e per il 35,8% il contenuto del lavoro svolto. La retribuzione fissa impatta solo nel 31,8% dei casi.
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